giovedì 28 febbraio 2013

09_parentesi notturna

Giorni come questo sono come un calcio sui denti.
Fan male uguale.
Forse peggio, perchè oltre al dolore momentaneo che puoi stoicamente cercare di superare, quello che non ti togli dalla testa è quello che, in un momento di agghiacciante lucidità, ti sei trovata a ripeterti nel cervello: tu non vali un cazzo.
Si, lo so, son parole grosse, è tardi, non avrei dovuto mettermi a scrivere ora, ma vi assicuro che prendo questo post proprio come dice il blog, come un'espiazione catartica, che tanto, quando vado a letto non riesco comunque mai a dormire. Poi mi addormento incazzata e mi sveglio la mattina dopo che ho le mascelle di Ridge di Beautiful tanto che ho stretto i denti. Mi riprometto da un anno che, prima o poi, quando avrò uno stipendio fisso, tornerò dal dentista a farmi fare il bite da indossare alla notte.
Ma sospetto anche che se avessi uno stipendio fisso e un lavoro appagante forse nemmeno mi servirebbe più.
Ma torniamo a noi, o meglio, a me.
Avrei voluto stupirvi con un super post, annunciandovi del mio glorioso passaggio da disoccupata a precaria, la prossima settimana. Ma come sempre, abituata alle inculate, me ne son stata zitta che, insomma, non si sa mai.
Ah, che lavoro?
In un negozio. (Noooo, mica mi ha chiamato la megera in nero, che avete capito! Un altro negozio.)
In realtà avevo ricevuto questa proposta di sostituzione quasi un mese fa. Ovviamente ho accettato facendo salti di gioia fino al soffitto.
Ma non devo venire lì a firmare qualcosa? Ho chiesto.
No. Ci sentiamo a marzo.
Molto bene, sulla parola.
Esssepppoi mi esce qualcos'altro nel frattempo?! Come la metto?!?
Stupida.
Ovviamente non è uscita una beata minchia nel frattempo.
Oggi mi chiamano dal negozio. L'appuntamento era per settimana prossima.

"Marta, ho una brutta notizia..."
Dai?!
"...purtroppo (vi risparmio le motivazioni che a dire il vero importavano ben poco anche a me...era il succo che volevo sentire. sadica.) non riusciamo ad assumerti.

Vi posso solo far immaginare la mia mezz'ora successiva.

Avvisata giovedì per la settimana prossima.
L'unico lavoro da cui ho avuto un'offerta.
Non ho piani B.
Nella mia vita non ci sono piani B attuabili, brava Marta. Non che avessi ben chiaro quale fosse il vero piano A.
E poi, tra singhiozzi e cascate di pensieri autoumilianti, capire di contare meno di zero.
Essere così disperate per un posto che non è IL TUO, non è quello che avresti da sempre voluto fare, non si avvicina neanche minimamente e anzi, mai e poi mai avresti pensato di ritrovarti così disperata per non essere presa in-un-negozio.
Segue la seconda realizzazione del tuo stato in questo mondo: sei messa male, cazzo.
La tua vita non ti appartiene perchè la tengono in mano i burattinai del lavoro, che fanno il tuo bene e il tuo male, così, come fosse un gioco.
Ma io sono così stanca di giocare. Così stanca di non poter vivere la mia vita perchè devo sempre incrociare le dita (e i peli del culo, aggiungerei) perchè qualcosa in extremis salti fuori, e che vada bene. Che, sempre di ripieghi si tratta eh, mica il-lavoro-della vita.
Questo vivere senza nulla a cui aggrapparmi mi toglie le energie vitali, che sarebbero così importanti da curare per cercare di non sprofondare. Lo stato di precarietà ti toglie la dignità e ti ammazza la speranza.

Che poi, la speranza è l'ultima a morire, no?
E, infatti, tre quarti d'ora più tardi,  mi risuona il telefono.

"Senti, l'ufficio del personale ha detto che in un qualche modo dovremmo ruscire a prenderti. Ci vediamo martedì, ok?"

Morteeressurrezione.

Solo fisica, perchè io dentro mi sento vuota.
Rotto. Mi avete rotto. E non le palle, mi avete rotta dentro.

giovedì 21 febbraio 2013

08_la prova (aka: cercasi apprendista con esperienza)

CERCASI COMMESSA PER APPRENDISTATO

Vagavo mesta per le vie del centro con il mio coinquilino, in fissa sulle vetrine (ovviamente non alla ricerca di pezzi fashion da aggiungere al mio triste guardaroba, ma con lo sguardo da robocop, freddo ed analitico, alla ricerca del piccolo pezzo di carta che tutte le DP sperano di trovare aggirandosi di negozio in negozio, pezzo di carta messo solitamente in qualche minuscolo angolo del vetro, che già se lo vedi ti senti di aver superato il primo scoglio).
Poi, all'improvviso, dopo chilometri e chilometri di nulla assoluto...eccolo!
Mi sembra un avvenimento così inusuale che sto a fissare e rileggere il cartello per almeno 4-5 volte.
Il coinquilino, spazientito, mi riporta alla realtà e mi incita ad entrare e a lasciare uno dei 3000 cv che mi porto dietro in borsa da tempi immemorabili, e che, sempre lì restano.
Apro la porta ed entro, e la mia faccia da stanco cane bastonato si trasforma in quella di una brillante ragazza che è proprio quella che voi state cercando!

Mi ritrovo in un ampio negozio -vuoto- con una signora tutta vestita in nero che mi guarda ammiccando un sorriso (poteva fare di meglio, ho pensato), appoggiata con la schiena al bancone e con le braccia conserte.
Senza paura in due falcate sono da lei e, con un attacco improvviso di dislessia che lì per lì non mi è sembrato giocare a mio favore, chiedo di poter lasciare il curriculum perchè ho visto l'inserzione fuori.
La tizia lo legge sommariamente e mi fissa zitta.
?
pausa

Ehhhsssì, grazie. Senti, mi dice, ma tu come ti definiresti, lavorativamente a parte?

La tizia mi spiazza con una domanda a bruciapelo e a tradimento.
Pfff, sarà mica questo a fottermi!

Mi ritengo una ragazza simpatica, solare, disponibile e paziente (Marta, fermati qui che poi sembra davvero 'na presa per il culo).
Ohhhh, risposto!

Si....maaa....vendite a parte....cioè, tu, come sei?
??

Ahahah, sorrido per camuffare la faccia da macheccazzointendidire?!? e ripeto, fingendo indifferenza, quello che avevo detto sopra...anche perchè, altri aggettivi, proprio non mi venivano in mente.

Mi dice allora che dalla settimana seguente avrebbero iniziato a contattare qualche persona e che, COLPACCIO!, mi avrebbe preso in seria considerazione.
Occhei.

Esco gasata, ma mi sgaso subito perchè mi riviene in mente il negozio vuoto.
Che, sarei dovuta essere sola con la tizia di nero vestita per otto ore al giorno?!?!
Maddàààài Marta, certo che te ne fai di pippe mentali.
 ...................................................................................................................

Il finesettimana passa, e passano anche i primi giorni della settimana senza che il telefono faccia il minimo sforzo di squillare.
Poi, mercoledì, la chiamata.
Rispondo.

Ahahhaccciiaaao Marta sono Emmllxxx (merda! non avevo sotto mano un pezzo di carta per segnarmi il suo nome e, tempo che lo trovo, mi sono già dimenticata. Pace. La riconoscerò ugualmente, è la tizia in nero. Forse l'unica là dentro....).

Aspettavi la mia chiamata eeeeh???

Eeeeh, si, in effetti si.

Seeeiii contenta eeeh?

O_ò eeeh, si, si, son contenta. (?!?!?)

Bene, ora la tizia mi chiede se sono disponibile a fare una prova in negozio di due giorni, la settimana seguente, lunedì e martedì.
Ovvio! Figata! Ci vediamo lunedì allora!

Ah...Marta!

Si?!

Preparati eeeh! Ahahahhah, certo che, con 110 e lode non avrai problemiiiiahahahhahah.

Risata di ritorno di circostanza e giramento di palle che quello, non so come, ma mi sembra uno sfottò. Sembra eh.

Il lunedì finalmente arriva, le pippe mentali sono state saggiamente accantonate e rinchiuse nell'angolo più buio del mio cervello, fuori il sole -stranamente- brilla e sono pervasa da una strana felicità, cheddai, mi sa che potrebbe anche andarmi bene 'sta volta.
Arrivo pimpante all'ora prestabilita (...ma a chi la racconto?!!? Arrivo col solito quarto d'ora d'anticipo in cui gironzolo confusa nei paraggi cercando di non fare l'esagitata molesta -che in realtà sono- che arriva con un'ora d'anticipo) e raggiungo il negozio.
Buio.
Mhmmm. Sono le 11. Apriranno no?
Si, apriranno, con calma, 10 minuti dopo.
Ad aprirmi la porta un vecchio dalla faccia confusa che anticipo in ogni sua mossa dicendo tutto d'un fiato: sonoquelladellaprova.
Non sembra aver capito bene.
Io, nel dubbio, non smetto di sorridere.
Lui borbotta qualcosa e capisco "..spetta che arrivano le ragazze...".
Uuuuhm, ooooooccchei.

Momento del cazzo.
Il vecchio non mi caga, non mi chiede nemmeno come mi chiami, non mi invita ad appoggiare il cappotto e mi lascia nella più totale presamalaggine...
Decido di guardarmi intorno con aria incuriosita.
Guardo, riguardo.
Poi, fi-nal-men-te, entrano correndo due ragazze, corrono veloci su per le scale e il vecchio, con la gentilezza che lo contraddistingue, muove una mano facendomi capire di seguirle e di salire con loro.
Le seguo al piano di sopra fino ai camerini mentre si svestono.
Si, io ho anche cercato di salutarle e di dire il mio nome, ma sono stata interrotta a metà da una delle due: "prima ci cambiamo, poi parliamo".
OCCHEI.

Una volta cambiate, e passate in modalità "vocale", iniziano a parlarsi tra loro. In russo.
Mooooltooobene! E'bbbello sentirsi già parte di un team! YEEEH!
Scendiamo tutte e 3 al piano di sotto dove, al posto del vecchio, è rispuntata lei, la donna in nero.
Sempre in nero.
Caga ovviamente prima le ragazze e poi si degna di prendermi in consderazione.

Eeehmmarta, oggi voglio un pò vedere come ti comporti e ti relazioni coi clienti. Questa mattina segui le ragazze e vedi un pò come fanno loro, poi io salirò su, vediamo un pò insieme il prodotto e nel pomeriggio ti metti anche tu in vendita, ok?!? Insomma, tu NON HAI ESPERIENZA (mah, discutibile...cos'hai già fatto del mio cv da cui mi sfottevi per il 110 e lode? Carta da culo??) e quindi mi aspetto per lo più di capire come riesci a relazionarti...sssai, c'è chi si spaventa di fronte a un cliente...

Maaapppperpiacere! Io parlo anche con le sedie!!! Se mi giudicherà per l'approccio andrà benissimo, vaiiii!!!

A quel punto anche lei alza il braccio e ci incita a salire al piano di sopra.
Si, perchè giù stanno loro, e su stanno le veline della vendita!

Le ragazze in vendita sono segregate al piano superiore e vengono controllate da svariate telecamere minuto dopo minuto.
Me ne sono accorta quando, nel tentativo di socializzare, mi sono messa a piegare dei maglioni al tavolo di una delle due ragazze che stava prezzando delle camicie.
A sguardo basso mi dice: puoi spostarti nel tavolo laggiù? Parliamo lo stesso, ma A LORO non piace che stiamo troppo vicine, ci vedono.

AGGHIACCIANTE!!!!

Torno in disparte e...ma che cazzo devo fare qui!?!?
E' lunedì, di clienti ne saranno entrati due fin'ora, russi, e la vendita è stata fatta in cazzodirusso!
Cosa posso aver capito della loro vendita!?!?
Continuo a spiegare e ripiegare maglioni a manetta, manco fossi in fabbrica e pensando, beh, se mi vedono, per lo meno vedranno che mi do da fare e non sto con le mani in mano.
Chissà quando si degnerà di salire la tizia....
Ve la faccio breve: no, la tizia non salirà MAI.
Verso l'una riesco a servire una dei rari clienti della mattinata e mi ci trovo pure molto bene, è una signora Malese, è smpatica, io le sto simpatica e tutto va per il meglio. Arriva a voler prendere 2 maglioni e un pantalone.
Successone!
Ma mentre sto scandendo la parola suc-ces-so-ne a caratteri cubitali nella mia mente arriva una delle due ragazze e si intromette mandandomi la tizia in confusione e letteralmente affanculo tutta la mia vendita (tipo che c'ha messo un'ora a decidersi tra il maglione verde e quello blu. alla fine sceglie il verde e la cogliona gli dice che le sta meglio il blu).
No maaaa, vi rendete conto?????????
Occhi irrorati di sangue.
Le avrei messo le mani addosso.
Ma non era ancora arrivato il momento topico.
Il momento topico è questo:
mi guarda e mi dice che devo andare in pausa. In quel preciso momento.
Per fottermi la vendita signori. SI.
APPLAUSI.
Brava.
E cogliona io, che, non avendo ancora voluto capire che ero finita ancora in un posto del cazzo, ho preferito, schifata, andarmene, piuttosto che vargarla di botte.
Torno dalla pausa pranzo, le faccio il culo in privato e diventa la mia migliore amica. Mi da anche il suo profilo FB, così ci scriviamo!
Maaaaccccerrto!

Il pomeriggio non passa più, io non posso neanche aiutare le ragazze nel lavoro che stanno facendo (i nuovi prezzi, non roba di alto concetto) , LORO non vogliono, e rimango lì, a piegare maglioni su maglioni senza essere cagata.
La giornata finisce, al suono del campanello (siiii, avete sentito bene! c'è un campanello come la servitù a cui bisogna rispondere e scendere prontamente giù), scendiamo.
Incrocio gli occhi della morte (la donna in nero), che mi guarda con disapprovazione.

Ehhhmmarta, mmhh, però...neanche una vendita oggi.
(ma non dovevi venire su e spiegarmi cosa cazzo devo vendere? non dovevi venire su a sentire come mi approciavo ai 2 clienti che non venivano dall'est?)
Provo a ribadire che in realtà una vendita all'ora di pranzo l'avrei anche fatta...maa....
ma non fa un cenno.
Mi raccomando, domani eh.

Io il secondo giorno neanche volevo andare.
Perchè avevo capito che quella vacca aveva già deciso.
Ma quando sei messa male, cosa devi fare?
Vuoi non andare?
Che poi magari è una prova pagata....che no, certo che non sapevo se fosse pagata o meno.

Arrivo in negozio e c'è una delle due ragazze del giorno prima, ma grazie a dio non la rubavendite.
Come va?, mi chiede.
Non bene, rispondo, non c'è stato un gran ritorno ieri...
Non sperarci.
Cosa?
Non sperarci. Lei è così. Va a simpatia. Tu non sperarci.
Così è iniziato il mio secondo giorno di prova.
La morte non è mai salita a vedermi e/o parlarmi e allora prima della pausa prendo i coglioni tra le mani e vado giù.
Volevo avere un riscontro. Visto che non ci siamo viste....

Ehhh...massì, vedi....è che si vede che non hai esperienza....

CERCATE UN'APPRENDISTA

questo concetto non sembra toccarla.

Eqqquindi....

No, perchè, se lei ha già capito che non vado bene non perdiamo tempo entrambe.

Eeeeh, ora vediamo, io poi ho altre ragazze da provare e, vedremo...

Questi due giorni sono retribuiti?

E lì, ragazzi, secondo me proprio non se l'aspettava.

Eeeehh...uhhmm, siii.

Ok, risalgo, se non altro ho un motivo per tirare le 19.30.

Grazie a dio, il pomeriggio ho la mia rivincita.
Dopo che la morte ha continuato a ribadire che non ho esperienza, e che siii veeede che non sai come vendere al meglio, vendo una cifra di maglioni e soprattutto un giubbotto di pelle da 700 euro.
Scendo e le appoggio il giubbotto alla cassa (macchè, le veline non possono fare cassa!).
Si, voleva dire SUCA.

Anche quella terribile giornata finisce.
Lei mi allunga la busta e mi dice: ahahah, allora, si, io per la settimana prossima, per lunedì, dovrei decidere. Ti chiamo lunedì, si, comunque vada, torna a trovarci.
Ma cccche minchia dici?!
Che ti tirerei una bombacarta sui denti a te e quel vecchio!

Il lunedì ovviamente arrivò, poi il martedì, il giovedì, il lunedì dopo e...oggi è giovedì.
La pochezza di persone come lei: non chiamano nemmeno. Che vergogna!

L'ultimo giorno, uscita da lì, avevo proprio bisogno di fumarmi una bella sigaretta...mi accorgo che, giustamente, a conclusione di una giornata così perfetta, le avevo finite.
Entro dal tabaccaio.
Un pacchetto di MALBORO.

Che strano, io non volevo quelle sigarette. Ho sempre fumato Camel Light.

Come mai, secondo voi?







giovedì 14 febbraio 2013

07_il primo lavoro pt.2: mutande, letti e caffè amari. conclusione e fuga.

Mentre ero in quella stanza a piegare le sue mutande continuavo a ripetermelo nella testa:
nonèpossibilenonèpossibilenonèpossibilenonèpossibile, martanonpiangere, nonèpossibilenonèpossibilenonèpossibile. Com'è possibile?!??!?!?

E invece, cazzo, si.

Però lì me lo sono ripromessa, un giorno avrei ripensato a quell'assurda situazione e c'avrei riso su, come solo io so fare.

Di chi erano le mutande?
Le mutande che mi sono trovata a piegare, insieme ai pigiami, alle calze, erano del "Presidente".
"Il Presidente" era appena stato eletto (??? non chiedetemi cose che non so, e che neanche allora volevo sapere, diciamo che avevo altri pensieri per la testa...) e, "Il Presidente", aveva deciso, venendo dalla lontana Svizzera, che una camera nell'ufficio non sarebbe stata male. 
Così, se una sera fosse stato stanco, avrebbe potuto comodamente trattenersi a dormire nella sua cameretta.
E, guarda caso, c'era proprio una stanza libera per lui, piena di scrivanie accatastate, computer rotti, sporcizia e cose di ogni genere.
Il nostro primo compito, mio e di una delle altre due ragazze di cui vi avevo parlato, è stato proprio questo: ripulire la stanza dalle cianfrusaglie, spostare enormi pannelli e poi pulire.
Per sistemare la cameretta al cazzo di vecchio svizzero.
Ho dei flash di quei momenti, e poi subito mi rivedo lì, in quella cazzo di stanza dove lui aveva fatto portare e montare, da noi, anche il suo merdoso letto.
Prendetevi pure del tempo per rileggere e metabolizzare.

Ma "Il Presidente", (ahahahhah, solo ora ricordo di averlo rinominato Alzy, perchè era evidente che avesse un principio di Alzheimer) era creatura piuttosto innocua. Rispetto al contesto, s'intende.
Mr. Burns proprio non lo sopportavo, perchè, cazzo, si, aveva proprio una faccia da stronzo, quella faccia da stronzo-che-ti-vuole-fottere. Ma vabbè, fortunatamente anche con lui cercavo di aver a che fare il meno possibile.

Al piano di sopra stava l'Altro.
L'Altro era il peggio di tutti secondo me.
Aveva un piano tutto suo e la terza ragazza stava su con lui. Era stata "eletta" a sua assistente personale.
Nessuno sapeva di che cazzo si occupasse, che cazzo combinasse là sopra. 
Dopo il colloquio con lui ero uscita dalla stanza frastornata. Non ci avevo capito una mazza. Ma proprio una mazza! 
L'Altro era il tipico viscido, vestito come Ruggero de Ceglie de I soliti Idioti, e ogni due per tre tirava fuori sue amicizie politiche, le cose che aveva fatto, e, soprattutto, dove saresti potuta arrivare con lui.

Ricordo quando mi invitò a bere un caffè al bar con lui.
E' stato il momento più brutto della mia triste vita da DP.
Perchè i Merda come lui non parlano chiaro, ti tirano frecciatine.
Ti dicono che devi essere tu a far capire a LUI se sei interessata...a fare carriera, certo.
Se solo avessi avuto le palle di rispondergli, ma ero così confusa, magari, mi dicevo, non ho capito bene quello che intendeva.
Cosa non si pensa per evitare di vedere la realtà per quello che è....
Io non riuscivo neanche a respirare, sarei voluta sparire.
Il mio sorriso di circostanza faceva proprio fatica a starmi appiccicato e, diciamo che ci stava perchè, più che altro, ero paralizzata.
Ovviamente da quel momento in avanti ho evitato di salire dal Merda, e, se l'ho fatto, è stato solo perchè mi è stato imposto.

Ormai le cose mi erano ben chiare. 
Dovevo scappare, e veloce, cazzo!
E così ho fatto.
Mi rimane solo la tristezza a pensare a quell'altra ragazza, che al tempo aveva 29 anni e che, alla mia domanda: ma sei pazza?? vuoi restare in un posto così???? mi ha freddamente risposto che con 29 anni sei "lavorativemente vecchia" e che la paura di non trovare più nulla era più grande di quella di stare in un posto del genere. 
Agghiacciante.
Di quel posto però ho anche qualche bel ricordo, questo devo dirlo. 
Ho incontrato tanti bravissimi ragazzi e ragazze che facevano con passione e serietà il loro lavoro. Tanti ragazzi che mi hanno fatto sorridere dopo situazioni al limite della raccontabilità, ed è sicuramente grazie a loro che sono sopravvissuta per quei tre luuuunghiiiissssiiiimi mesi.

Per la cronaca, da quanto ho appreso dalla ragazza sopra citata prima che mi facesse perdere le sue tracce, dopo poco dalla mia dipartita, arrivò la guardia di finanza che portò via Ruggero de Ceglie.
"Il Presidente" fuggì in Svizzera e qualcun'altro scappò con dei soldi e non si vide mai più.

E tutti vissero felici, e precari.

sabato 9 febbraio 2013

06_il primo lavoro pt.1: introduzione

Me lo ricordo ancora, chiaramente, come fosse ieri, quell'annuncio che sarebbe diventato il mio PRIMO LAVORO.
L'avevo trovato sul sito dell'università, quando ancora ero certa che gli annunci trovati sul sito dell'università non avrebbero potuto tradirti.
Seeeh.
Ovviamente, il primo annuncio per cui sono stata contattata era già un ripiego, niente a che vedere con i miei studi e le mie (ancora ben vive) aspirazioni professionali.
Massì, non trovando altro (a quel tempo mi sembrava che un mese di attesa fosse già un'eternità, beata ingenuità...), quella posizione da segretaria non sarebbe stata male, per lo meno come inizio.
Tutta emozionata arrivo all'appuntamento. La posizione del posto, centralissima, mi gasa ancora di più.

Salgo le scale, suono, entro.

Ad attendermi alla reception, in questa claustrofobica e disordinatissima saletta, c'è una donna, dall'età indefinita, ma quello che ricordo di sicuro è che di certo non mi sorrise e anzi, sembrò alquanto scocciata dalla mia presenza. Quello che scoprirò di lì a breve è che la segretaria che stavano cercando avrebbe dovuto sosituire il mastino all'ingresso. E allora, un pò di acidità ci poteva anche stare, no?
Finalmente, dopo una snervante attesa, di quelle in cui ti senti una pirla, perchè non sai che fare (mi tolgo il giubbotto? mmhh... sfoglio le brochure accatastate sul quello sgabello e fingo curiosità??...), è il mio turno.
Attraverso un lungo e stretto corridoio e entro nell'ufficio del tizio.
Il tizio sembra Mr. Burns. Con quarant'anni in meno, ma l'effetto è quello.
Seduto dietro il suo tavolo mi sorride, con un sorriso strano, e mi indica la sedia per farmi accomodare. Mi chiama per nome, sempre sorridendomi, con quel sorriso che è troooppo falso, ma Marta, non devi partire prevenuta, perdio!

Ascolto. Sorrido. Annuisco.

"La posizione è da segretaria...ma qui -ahahahah!- bisogna fare un pò di tutto. Tu sei disposta a fare un pò di tutto?"
Cos'avrà vvvoluto dire??!?!
Beh, si, certo. Io sono una ragazza che si adatta. Non ho capito bene a cosa, ma faccio SI con la testa.
Ah, sempre sorridendo.

Me ne vado con addosso quella brutta sensazione che avrò anche da altre parti, chiaro segnale di essere cosciente che...potrebbe essere un posto di merda.
Ma la Fornero dovrebbe essere fiera di me, perchè quella volta, come poi per altre, sono riuscita a soffocare questo rifiuto fingendo indifferenza.

Vengo richiamata (yeeeeehhhh), vado bene, devo tornare per un ultimo colloquio con gli altri capi.
Apperò, tre capi. Successone.
Al secondo appuntamento però non sono sola, con me ci sono altre due ragazze e, dai loro sguardi, si capisce che la pensano come me: ma che cazzo ci fate voi qui?!?!
Saremmo state prese tutte e tre.
Visto? Alla faccia della crisi di oggi! Nel 2008 si potevano prendere ben tre ragazze!
Si, full time a 500 euro, con ritenuta d'acconto. Ma per i primi tre meeeeesiiiiieeeeeh.
Va bene?
Ho alternative?

Va bene.


....TO BE CONTINUED...


venerdì 1 febbraio 2013

05_la TOP 10: i dieci annunci che non avreste mai voluto leggere cercando lavoro

E' arrivata finalmente la tanto attesa top 10 dei peggio annunci nei quali mi sono imbattuta nell'ultimo mese. E, sottolineo, tutto questo l'ho trovato solo nell'ULTIMO MESE, avendo come chiavi di ricerca "lavoro"-"milano" e, al massimo, "segretaria" o "commessa".

Ma veniamo subito all'ultima posizione della classifica, non meno importante in quanto evidente segnale di uno stato di malessere generale presente nel mondo del lavoro: e cioè, che lavoro non ce n'è. E, se il lavoro non c'è, quale idea migliore se non quella di postare se stessi come offerta di lavoro?!?
Lo sa bene Viviana, qui sotto, e, se la cosa può far rimanere più o meno indifferenti (...si, sarà la solita pirla che sbaglia la sezione e ci fa solo perdere tempo), un pò più perplessi ci lasciano i 16 che hanno comunque deciso di candidarsi all'offerta. Oh, con 'sti tempi, non ci si tira indietro per nessuna candidatura! Altro che choosy!

Ci sono poi quegli annunci un pò così, che ti lasciano con la domanda...ma...cos'avrà vvvoluto dire?!?

Tra questi, che si dividono in mille sottocategorie, abbiamo ad esempio Fabio, il poeta, scrittore, videomaker, giornalista e fotografo cinquantenne che ci darebbe un centone se lo incontrassimo e gli parlassimo dei nostri sogni, delle nostre aspirazioni e magari, anche delle nostre cose private....

Criptici annunci per pseudo badanti oltroceano pagate 4000 euro al mese...

E annunci inconcludenti e pieeeeni di falso entusiasmo (punti esclamativi a go-go, MAIUSCOLE, frasi tipo "è troppo bello per essere vero!", ovviamente scritto in maiuscolo), e...no, vabbè, leggetelo da soli, che merita.
Ah, poi fatemi sapere secondo voi che cazzo di lavoro è, tra l'altro.


E poi, a cascata, arrivano loro, gli annunci dei feticisti.
Che fanno anche un pò tenerezza, perchè il feticista ci tiene a ribadire che è una persona seria, senza secondi fini, se non quello, ovviamente, di ammirare i vostri piedini santi.
Ecco allora che si va dal fotografo di piedi, alla vera e propria segretaria disposta a stare scalza in ufficio, perchè, a parte questa banale richiesta, il lavoro è di ordinaria segreteria.
Pregasi di non inviare e-mail con commenti ironici.
Bah, speriamo non ci sia la moquette... comunque, con le palette che mi ritrovo credo che riuscirei sicuramente a essere rimbalzata anche da loro...

Alla posizione numero 4 un sempreverde degli annunci sul web, la massaggiatrice:


E ora, ragazzi, la zona calda.
Hot stuff. 

Al terzo posto, lui, alla ricerca del dono più bello....un figlio.
Si, lo cerca su Kijiji. Ecche, non si può??
Lui è bello, alto, sportivo e...ah, non ve l'avevo detto? Si, dettagli...tipo che è già fidanzato, e la sua ragazza non lo dovrà mai sapere per cui si vede costretto a non riconoscere tale dono...ma a lui piacerebbe davvero tanto! Sapere che è vivo e che sta bene...
"Secondo me non c'è dono più bello della vita".
Da leggere. Subito!


Finiamo con due chicche.

Entrambi gli annunci sono postati da stimati  ricercatori universitari, il primo, il Dott. Proletti, sta indagando le reazioni difensive del corpo umano al solletico. Preferisce ragazzi giovani, comunque non oltre i 25 anni. Si sa che il solletico dopo quell'età non è più lo stesso. Ah, solo ragazzi eh.

Lucia e Cristiano invece si occupano di una ricerca che indaga il rapporto tra sessualità e sintomatologia ansiosa. Per la loro indagine scientifica (finanziata da privati), sono alla ricerca di 5 donne, tra i 18 e i 45 anni che, con una ovvia retribuzione, siano disposte ad intrattenere rapporti erotici.
Per maggiori info c'è l'indirizzo mail.




Allora, ragazzi, dopo queste è proprio il caso di ribadirlo:

Meglio Choosy che mal accompagnati!

Occhi aperti eeeeeh!

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